In arrivo anche in Italia una nuova terapia contro l’allergia da acaro

Dai primi mesi del 2017 è prevista, anche in Italia, la disponibilità dell’Immunoterapia Allergene Specifica (AIT), ovvero una nuova opzione terapeutica contro l’allergia da acaro. Comoda e facile da usare, si presenterà infatti come un tablet sublinguale, promette maggiore efficacia rispetto alle attuali terapia grazie a un’azione mirata sulle cause dell’allergia e non solo sui sintomi.

Il passo per disporre, anche nel nostro paese, di una terapia specificatamente mirata all’allergia da acaro, ovvero una Immunoterapia Allergene Specifica (AIT), non sembra lontano. Il nuovo trattamento ha infatti già ricevuto dall’EMA (European Medicines Agency) la certificazione di efficacia e l’indicazione per l’utilizzo in adulti con asma da allergia da acaro non ben controllata: la forma più diffusa nel normo Paese. Terapia che è salutata e attesa positivamente dagli esperti: «Si tratta di una soluzione terapeutica innovativa – dichiara il Professor Francesco Blasi, Presidente della Società Italiana di Pneumologia (SIP) – non solo per la formulazione, ovvero un tablet sublinguale, ma soprattutto perché cambia l’approccio nella gestione dell’allergia da acaro, richiedendo da un lato la collaborazione sinergica di allergologi, già esperti sul tema, rinologi e pneumologi e dall’altro un impegno verso l’emersione e la migliore conoscenza della patologia grazie ad un percorso diagnostico e terapeutico più capillare ed efficace». Perché per il 25% di italiani, aumentati del 5% nell’arco degli ultimi 5 anni, l’allergia, in tutte le sue forme, rappresenta un problema fastidioso, limitante, con sensibile impatto sulla qualità della vita individuale e professionale. Tanto più difficile da gestire e controllare, se si tratta di una allergia da caro: nemico invisibile, pressoché imbattibile e perenne perché l’acaro non conosce stagioni a differenza dei pollini, ad esempio, che durante l’anno concedono anche un po’ di tregua, almeno dopo il periodo della fioritura e dell’impollinazione. Gli acari invece no, perché si annidano e proliferano nella polvere – in casa, nei materassi, tappeti, divani e coperte, nei peluche e in ogni oggetto che possa attirare granelli di polvere, in ufficio posandosi sulle superfici di mobili e piani di lavoro e in qualsiasi altro ambienti indoor – subendo un possibile incremento nella sua sintomatologia nei mesi autunnali e invernali. A causa della minore areazione dei locali, ma anche delle variazioni termiche quali l’aumento dei tassi di umidità interna e esterna, l’utilizzo dei riscaldamenti.

L’allergia da acaro, rispetto ad altre forme allergiche, è fra le più ‘cattive’, avendo a un impatto sulla salute che va ben oltre i classici starnuti, prurito al naso e agli occhi, lacrimazione o ogni altra sintomatologia respiratoria. «Essa è responsabile del 50 per cento dei casi d’asma – precisa la Dottoressa Maria Beatrice Bilò, Presidente dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri (AAIITO) – e nel 70-80 dei pazienti si associa anche alla rinite allergica». Non è un caso, perché l’allergia agli acari è anche ‘polisensibile’, ovvero si può accompagnare allo sviluppo di sintomatologia anche verso altri agenti allergici, soprattutto pollini, e ‘polisintomatica’, manifestando cioè più disturbi allergici anche simultanei i quali nel 30 per cento dei casi sono poco o mal controllati, sia in caso di semplice rinite sia accompagnata anche da asma. La ragione sta nel fatto che l’allergico è un paziente contradditorio – 4 su 5 considera buona la propria salute, contro oltre l’80% che dichiara che la patologia ha un impatto importante sulla qualità di vita – ed ‘atipico’ e nei riguardi della propria condizione. Perché nonostante le possibili implicazioni e disagi indotti dall’allergia, si informa poco sulla malattia, o quando ne sa qualche cosa, invece di curarsi sembra fare di tutto per tollerare e abituarsi alla sua malattia, sovrastimando il proprio stato di salute e non prendendo in considerazione le conseguenze di una cattiva gestione della patologia. Ovvero trascurando la corretta assunzione (aderenza) alla terapia: al minimo cenno di miglioramento della sintomatologia, l’allergico decide ‘fai-da-te’ di sospendere i farmaci o di ridurne la dose. Commettendo un errore, perché questo atteggiamento terapeutico altalenante può aumentare il rischio di ricadute o di una ripresa sicura della malattia nel tempo. «Alle terapie, per lo più a base di antistaminici e decongestionanti in caso di rinite allergica e di corticosteroidi e SABA (Short Acting Beta Agonist) nelle forme anche con asma – conferma Blasi – si ricorre poco volentieri o al bisogno. Tanto più che la quantità di farmaci che devono essere assunti rappresenta una fonte di stress che fa desistere 1 paziente su 2 dall’assumerli in maniera continuativa». Dunque la soluzione potrebbe essere rappresentata da quell’unico tablet da mettere sotto la lingua in quale va ad agire sulle cause dell’allergia e non soltanto sui sintomi, aiutando a meglio gestire soprattutto le forme poco controllate, le più frequenti fra gli italiani.

L’innovativa proposta terapeutica e la migliore gestione del paziente e della sua malattia, potrebbe essere ulteriormente favorita da HOME (Housedust Mite Observatory for the First Evidence-based immunotherapy), un neo-nascente osservatorio, patrocinato da FederAsma e Allergie Federazione Italiana Pazienti Onlus e da alcune fra le maggiori Società Scientifiche nazionali nell’ambito delle patologie respiratorie – Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), Società Italiana di Pneumologia (SIP), Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri (AAITO), Accademia Italiana di Rinologia (IAR) e Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) – realizzato con il sostegno non-condizionato di ALK Abellò. Da Home arrivano 4 preziosi indicazioni di comportamento casalingo e di igiene per allontanare quanto più possibile il rischio di allergia da acaro dagli ambienti o dalle condizioni ambientali più pericolose per la proliferazione. Ovvero:

In camera da letto, dove gli acari amano annidarsi soprattutto in materassi e cuscini, coperte e lenzuola, tende, tappeti e prolificano a piacimento, è bene: cambiare le lenzuola una volta la settimana, lavandole regolarmente a temperature superiori ai 60; fare prendere aria ai letti la mattina, specie nella bella stagione, così come all’intera stanza perché la luce infastidisce molto gli acari; evitare i piumoni in piuma naturale che hanno nicchie in cui possono annidarsi o che sono più difficili da pulire; preferire una rete del letto con doghe in legno.
In salotto e in casa, su mobili imbottiti come divani e poltrone o tappeti e moquette, passare regolarmente l’aspirapolvere, almeno una volta la settimana, utilizzando dispositivi con filtro HEPA che aspirano più a fondo e non rilasciano uscire le particelle di polvere e lavare sistematicamente tende e cuscini a 60°C. Quali rivestimento a terra, previlegiare parquet e linoleum che vanno regolarmente puliti, così come ogni altro oggetto su cui può depositarsi la polvere.
Negli ambienti in cui soggiornano i bambini, eliminare o evitare il più possibile peluche, che andrebbero tenuti chiusi in ceste, cassettiere o armadi, tirarti fuori nel momento del gioco e poi immediatamente riposti, ma anche libri, giornalini e soprammobili che attirano la polvere. I giocattoli lavabili vanno messi regolarmente in lavatrice e non appena l’età del bambino lo consente, preferire giocattoli in metallo, legno, gomma.
Infine, occorre fare attenzione a riscaldamento, temperatura e umidità. Gli ambienti dovrebbero mantenersi a una temperatura costante tra i 18-20°C massimo, specie in camera da letto, mentre i tassi di umidità relativa vanno monitorati regolarmente, utilizzando se e laddove necessario un deumidificatore.

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